Stime ufficiali dimostrano che solo il 2% della popolazione adulta soffre realmente di allergie alimentari.
Strumenti utilizzati per la misurazione – Dott. Marcello Speciale
La stragrande maggioranza delle persone può mangiare una grande varietà di cibi senza che questi causino alcun tipo di disturbo. Esiste però una piccola percentuale di soggetti per cui determinati alimenti risultano essere “dannosi”. Fortunatamente tale percentuale è abbastanza bassa.
A questo punto è fondamentale chiarire le differenze tra allergie e intolleranze alimentari.
Le allergie
Le allergie alimentari sono caratterizzate da un’attivazione del sistema immunitario con conseguente produzione di anticorpi causata dalla presenza di un allergene presente in un determinato cibo che nella maggioranza delle persone è del tutto innocua. Gli anticorpi rilasciano sostanza chimiche organiche come l’Istamina che provocano i caratteristici sintomi (prurito, affanno, tosse).
Tali allergie sono, nella stragrande maggioranza dei casi ereditarie e vengono diagnosticate alla nascita.
I sintomi: si manifestano in modo violento e sono di tipo cutaneo e/o respiratorio.
La diagnosi: prevede esami del sangue e test cutanei, come Patch Test, Rast e Prick Test.
Le intolleranze
A differenza delle allergie, le intolleranze alimentari non provocano un’attivazione del sistema immunitario, ecco perché i sintomi sono meno immediati e più difficilmente riconoscibili.
La sintomatologia è lenta e progressiva peggiorando con la continua assunzione di un determinato alimento o categoria di alimenti.
I sintomi più comuni sono:
- gonfiore addominale, flatulenza, inappetenza o eccessivo appetito, repentini cambi di peso;
- iperacidità, afte, colite, irritabilità intestinale, ritenzione idrica;
- nausea, stipsi o diarrea, lenta digestione;
- raffreddore, dermatite, orticaria, acne;
- mal di testa, sonnolenza, insonnia, stanchezza cronica, ansia.
La ricerca sulle intolleranze alimentari è in continua evoluzione; secondo chi opera con le intolleranze, il 40-50% della popolazione ne sarebbe afflitto, secondo invece quelli che sono i dati scientificamente approvati solo il 5% della popolazione presenta disturbi realmente attribuibili alle intolleranze alimentari.
Facciamo quindi il punto sulla situazione.
L’intolleranza alimentare è sempre dose-dipendente, dipende quindi dalla quantità di quel determinato cibo che si ingerisce, ed è determinata da molecole farmacologicamente attive presenti negli alimenti, oppure conseguente ad un disturbo della digestione o dell’assorbimento dei principali costituenti alimentari.
Il punto su cui bisogna focalizzare l’attenzione a questo punto è: “Quali sono queste molecole farmacologicamente attive?” Ad oggi la ricerca scientifica non ha ancora individuato quali siano queste molecole ecco perché la stragrande maggioranza di intolleranze alimentari non sono scientificamente provate!
L’affermazione “lei è intollerante al pomodoro“, quindi, non ha alcuna base scientifica, infatti non è l’alimento che causa l’intolleranza bensì una determinata molecola contenuta al suo interno. Non si è intolleranti al frumento, ma al glutine, un gruppo di proteine contenute in alcuni cereali. Questa banale constatazione fa crollare il tentativo di mettere in piedi test per le intolleranze basati su cibi (tutti quelli che ci sono in giro!). Infatti, non ha senso testare il paziente con un determinato cibo, bisognerebbe testarlo con le molecole farmacologicamente attive che sono presenti in esso. Tali molecole sono però milioni… Non tutti i broccoli sono uguali, alcune varietà contengono sostanze che altri non contengono: che senso ha parlare di intolleranza al broccolo? Pensiamo alle decine di pani diversi con ingredienti diversi. Che senso ha parlare di intolleranza al pane?
Le intolleranze alimentari scientificamente accertate sono invece:
- Intolleranze enzimatiche: la più comune è l’intolleranza al lattosio causata dall’intolleranza dell’enzima lattasi, indispensabile per la scissione del lattosio ovvero lo zucchero presente nel latte. Anche il Favismo è determinato dalla carenza di un enzima la glucosio 6 fosfato-deidrogenasi e può provocare crisi di anemia emolitica in seguito all’ingestione di fave.
- Intolleranze farmacologiche: suscettibilità di alcune persone a sostanze presenti in diversi alimenti. Tra queste sostanze dobbiamo ricordare l’Istamina (vino, pomodori ,spinaci), Triamina (formaggi stagionati), Caffeina (caffè e bevande commerciali), Solanina (patate), Triptamina (prugne e pomodori), Serotonina (banane e pomodori) etc.
- Pseudoallergie: causate da additivi presenti negli alimenti e in alcuni farmaci come conservanti, aromi, coloranti e molti altri.