I soggetti che presentano carenze nutrizionali (magrezza eccessiva) bisogna innanzitutto intervenire monitorando la magrezza e le possibili cause.
Quando parliamo di magrezza dobbiamo innanzitutto distinguere la magrezza costituzionale, che accompagna il soggetto dalla nascita ed è legata a fattori genetici, e la magrezza patologica, associata invece a determinate patologie come l’ipertiroidismo, patologie che causano malassorbimento, stress, etc.
Se la persona ha un sottopeso stabile con componente familiare positiva per magrezza e non presenta disturbi organici e psichici, non bisogna assolutamente “medicalizzare” la situazione, ma bisogna semplicemente monitorare costantemente il peso e le componenti corporee. Spesso, infatti, il solo peso corporeo non è significativamente affidabile come dato, è più opportuno valutare le componenti corporee e lo stato di idratazione corporea tramite bioimpedenziometria ed esami affini.
Nel caso della magrezza costituzionale è comunque possibile, seguendo attentamente una dieta ipercalorica, acquistare gradualmente peso. Tale dieta non deve tenere conto solamente delle calorie in eccesso ma da dove queste provengono.
È invece differente l’approccio verso una magrezza patologica.
Sicuramente, il primo passo è quello di eliminare la causa con la collaborazione di specialisti (endocrinologi, psicoterapeuti, gastroenterologi) e, successivamente, procedere con le opportune modifiche dietetiche con il fine ultimo di acquisire peso.
La cosiddetta ‘dieta ingrassante’, o meglio definita come dieta ipercalorica, è una tipologia di dieta volta a persone che necessitano di aumentare il proprio peso corporeo.
In generale un incremento che varia dalle 500/1500 Kcal giornaliere consente di acquisire i Kg persi o guadagnarne di nuovi. Ovviamente tali quantità vanno calcolate “su misura” in base a diverse caratteristiche come sesso, età, peso, altezza, ma, principalmente, in base alle componenti corporee, quali massa magra e massa grassa, del paziente.